image/svg+xml

La scrittura è potente - Storie dall'anima...


La scrittura è potente, tocca i valori e l'anima delle persone e le scuote dal profondo!

Il potere della scrittura è in primis un potere catartico e per CATARSI si intende un processo di purificazione ma anche una vera e propria liberazione dalla sofferenza.
Socrate, Platone, Aristotele, molti filososi parlavano di catarsi riferendosi ad un distacco, ad una liberazione, da una qualche parte di noi... 

Per Aristotele si trattava di purificarsi e liberarsi dalle passioni.
Per Platone si trattava di liberarsi dalle impurità dello spirito, ovvero liberare l'anima dalle passioni materiali. 
Per Socrate, ma anche per Platone, si trattava di distaccarsi dall'ignoranza del non sapere e dalle trappole del "presunto noto".

Spesso questa tematica è affrontata anche dal punto di vista psicologico che ovviamente esula dalle mie competenze e quindi la cito solo per completezza di informazioni.
In questo senso la catarsi è più un processo di risveglio, liberatorio.

Ora, da qualunque punto di vista, quello che mi preme evidenziare con questa storia, con questo articolo, è il potere catartico della scrittura.
Il motivo è semplice, scrivere e tirare fuori le cose aiuta ad elaborarle.

Il processo di trasmutazione da un emisfero all'altro, dall'intoccabile al tangibile, permette di dare forma alle emozioni e al proprio vissuto sul piano reale.

Scavare, conoscere, tirare fuori e comprendere formano le 4 gambe del tavolo capace di fornire un vero e proprio processo catartico utilizzando il semplice atto di scrivere.

Qui di seguito condivido con te questi 4 passaggi:

  • SCAVARE: la risposta è la domanda, dice Jodorowsky. Milan Kundera, invece, diceva che la saggezza deriva dall’avere per ogni cosa una domanda. Le domande, infatti, anche da sole sono un buon punto di partenza per l’esplorazione del nostro status interiore. Scavare dentro di noi attraverso la scrittura aiuta a conoscersi, ad ascoltarsi, a comprendersi, ad esplorarsi e molte altre cose in "arsi".
  • CONOSCERE: continuando sul filone delle citazioni, Jung diceva che "Chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si sveglia". Chi guarda dentro conosce e conoscere se stessi, per andare all'origine di tutte le citazioni non proprio "sui generis", direi che il monito più importante che ci hanno lasciato i Greci è proprio "Conosci te stesso e conoscerai l'universo degli Dei". Un esergo fondamentale per comprendere l'importanza dell'auto conoscenza.
  • TIRARE FUORI: Il processo di incarnazione della cose intangibili è quando di più affascinante possa esserci (almeno per me) e fa da base, da fondamento, a tutto ciò che abbraccia e riguarda il processo artistico. Il vero artista, colui che crea o ricrea (e non ricopia) contiene in sé una scintilla divina. Attraverso questa scintilla è capace di tirare fuori il risultato della sua elaborazione, del suo mondo interiore, della sua interpretazione della realtà, trasformando l'atto di tirare fuori in un vero e proprio processo di comunicazione.
  • COMPRENDERE: questa ultima gamba, tenendo ferma la metafora del tavolo, è la più importante dal punto di vista della finalità, del motivo, del movente. Ovvero i passi precedentemente citati sono di supporto a questa ultima cosa "la comprensione" perché senza la comprensione (comprendere è diverso dal semplice "capire") non ci si muove, non c'è catarsi e non c'è la vera elaborazione-trasformazione.

Alla fine di questo articolo condivido con te un passaggio, una parte di testo, che ho scritto e che ancora oggi rappresenta per me il senso di quello che davvero si cela dietro al potere della scrittura. Non ultimo, rappresenta i quattro passaggi che io stessa ho fatto per comprendere il senso che per me ha/aveva il lavoro con la scrittura e tutto quello che porta-comporta.

La prima cosa da fare rispetto al processo catartico è... Disimparare.

Disimparare è, infatti, già da solo un potente processo di catarsi.

MA COME SI DISIMPARA?
Ho provato a stilare qualche cosa in più di un semplice decalogo.
Lo condivido con te.

Il testo è tratto dal libro sulla Scrittura Profetica © di prossima pubblicazione.

Insegnami come se non sapessi nulla.
Insegnami l’amore del Dio, l’amore del cuore, l’amore che tira e strattona la carne.
Insegnami il lamento della pelle asciutta che rotola sulla terra pregna di calchi.
Insegnami ad andare, con le gambe salde che non tremano e solo scorrono, come la sabbia scorre. Insegnami la danza della pioggia e il vento che fruscia come frusciano le stagioni al cambio della luna. Insegnami l’impronta di un bacio, come un inchiostro incolore o un laccio senza consistenza, una catena senza ferro. Insegnami a stare nello spazio bianco senza strattoni né assenze.
Insegnami a guardare il cielo, contare le stelle come si contavano le dita, da piccoli.
Insegnami l’arte del respiro. Sposare l’aria, lasciare che nutra come l’amore nutre.
Insegnami a stare, in questo vivere che inquieta e porta la rigida resistenza di chi non sa fare, stare, dire, amare, sentire.
Insegnami a sentire. Il sussurro della notte e il canto del vento.
Insegnami la parola del fiume e la polvere che balla sulla terra, poi struscia, come fa la gonna al vento di una saggia gitana.
Insegnami a dimenticare la vita, le parole logore che consumano il nostro dire e il nostro sapere, fino a farsi raucedine.
Insegnami i tratti della marea, il millimetro che scavalla i livelli. Insegnami il suono della battigia, come mai lo avessi sentito.
Insegnami a flettere la bocca, dove l’acqua è chiara e la sete non porta la secca.
Insegnami la strada dove la civetta canta al potere dell’oscurità. Insegnami la parola e il gesto, la presa e la resa.
Insegnami la resa, quando l’anima è spinta o sospinta.
Insegnami a custodire la responsabilità dell’amore e quella di chi lo detiene.
Insegnami a lasciare, come una clessidra forata che tollera un solo movimento, gioendo del rumore della sabbia che senza forza né cruccio scorre via per tornare, tornare al punto primo di partenza, quello che non è mai solo uno.
Insegnami a non dare peso ma valore. Insegnami a ringraziare e perdonare.
Insegnami a morire. Rinascere e sentire che fluida è l’essenza dell’impermanenza.
Insegnami l’impermanenza del tuo qui e ora e la consistenza della verità. Insegnami la fugacità della gioia che riempie i polmoni più della stessa aria. Insegnami l’ampiezza delle ali di un rapace e la fierezza del “giusto”.
Insegnami a disimparare, contare a ritroso i miei passi fino a che le mie parole siano vagiti.
Insegnami come ci si alza piuttosto che come si cade. Insegnami il canto del mattino e la consistenza della pioggia.
Insegnami il germoglio del pianto e il sacro istinto della fede.
Insegnami il coraggio che cura la paura e l’unico gancio che traina tutti i corpi.
Insegnami il vuoto e la comprensione dell’equilibrio.
Insegnami la giustizia che prescinde dal giudizio.
Insegnami a planare senza lo scopo della meta.  
Insegnami l’andatura strisciante della serpe e il passo felino del giaguaro, a vedere lontano come i falchi e a correre veloce come la gazzella. 

Quando non avrò più parole e la mia bocca si piegherà, insieme alle ginocchia, ad ogni lettera della parola “insegnami”, allora prendi la mia interezza e le mani giunte, con la certezza che avrò compreso. 

L’amore del Dio e l'amore per la vita possiamo solo viverli.
Forse questo è l’unico modo -se ne esiste uno- di disimparare per comprendere. 

[...]


Mi occupo di INTROSPEZIONE e di SCRITTURA da tutta la vita. Sono pronta a giurare che sia il processo più impattante e il modo più ricco di vivere che io abbia mai sperimentato e non solo conosciuto.

Il processo va chiamato con il suo nome, e fa parte dei processi spirituali.  
Per me "spiritualità" significa prima di tutto conoscersi, ascoltarsi, comprendere (non basta "capire") e trasformare se stessi e la conoscenza è un punto di inizio fondamentale per risvegliare la coscienza. Questo è un lavoro che faccio su di me ogni giorno e di conseguenza è quello che propongo nei miei percorsi: scavare per trovare le proprie verità e per ricontattare quella parte autentica -originaria- a volte dimenticata o più spesso lasciata indietro.  

Scavare, ascoltare, conoscere, fare introspezione, comprendere, non sono cose da poco, né attività (diciamo così) per tutt*. Ma se sei tra le persone che davanti a questa possibilità si accendono, beh… contattami o mandami un messaggio.  

Lo scopo di tutti i miei percorsi, compreso quello che riguarda la scrittura di un libro, è quello di aiutare le persone a conoscere se stesse e il proprio mondo sommerso perché ritengo che ogni evoluzione parta da lì.
Da dieci anni, infatti, aiuto tutte quelle persone che attraverso il lavoro introspettivo che la scrittura offre, vogliono riscoprire se stesse, ragionare per iscritto sulla propria vita e intraprendere un percorso evolutivo attraverso la conoscenza di sé.

Se leggere questo articolo e questa storia ti ha toccato almeno una volta, allora... ti aspetto.

A chi potresti consigliare quest'articolo?
Loretta Sebastianelli

Loretta Sebastianelli

Mentore e Writer Coach

Autrice di 18 libri, tra cui Lo scrittore Mago e la Scrittura Introspettiva.

Mi occupo da più di dieci anni di formazione e mentoring.

Ho ideato e sperimentato decine di corsi di scrittura: creativa, motivazionale, introspettiva ed evolutiva.

Attraverso corsi di formazione e servizi di scrittura professionale aiuto scrittori, poeti e liberi professionisti a progettare e scrivere il proprio miglior libro. Aiuto inoltre, tutte le persone che vogliono utilizzare la scrittura come maggiore strumento di conoscenza per accrescere il proprio cammino evolutivo. 

Pubblico regolarmente dal 2006: narrativa, poesia, manualistica e libri per bambini.