L'arte di amarsi senza condizioni: un viaggio di ritorno verso casa
«L'amore per sé è l'inizio di una storia d'amore che dura tutta la vita.»
Oscar Wilde
Amarsi è amare se stessi. E questo è il miglior regalo che puoi fare anche a chi ami.
Non è un lusso, è un richiamo antico. È il sussurro dell’anima che ti chiede di smettere di combatterti, di auto sabotarti. È sederti accanto alla tua ombra e offrirle luce, accettazione, compassione. È restare quando tutto dentro spinge a fuggire.
L'ego fugge perché è mosso dalla paura. L'anima resta perché è mossa dall'amore.
Amarsi è il coraggio di attraversare il dolore, è più di un gesto silenzioso che cambia tutto.
È ricordare da dove veniamo e chi siamo; considerare che non siamo rottə, siamo solo bloccatə.
È un atto interiore, radicale, quotidiano.
Non si tratta di diventare perfettə, ma di tornare autentici-autentiche.
Amare se stessi non è una routine o qualcosa da imparare a fare, è un movimento già esistente in noi, bloccato nel dolore e rispondente al senso che ciascuno ha dell'esperienza d'amore.
E no, non si tratta di essere la migliore versione di sé, quello lo siamo già, nella personalità che curiamo ogni giorno: siamo già bravə, perfettə, forti, facciamo già ogni cosa in nostro potere per essere amati e accettati dagli altri. Non si tratta di questo, si tratta di essere interə e quindi di essere liberə dai meccanismi di dipendenza che ci tengono bloccatə in quello che crediamo essere amore. Quello non è amore. È bisogno, dipendenza, dinamica disfunzionale.
Noi siamo il ponte tra il cielo e la terra
L'estate è il momento dell'aria aperta, del contatto con la natura, ma anche il tempo dei sogni duri a morire (a volte per fortuna) e per moltə di noi non è abbastanza andare in vacanza per stare bene, ma è anche vero che la vacanza permette di contattare i desideri, le prospettive future e la vita desiderata.
Insomma, l'estate è quel tempo in cui guardando l'orizzonte, durante la pausa dal lavoro che ci fa piacevolmente rallentare, alcunə sentono quello che c'è nel cuore e provano a seguirlo.
Non è facile. A volte più che iniziare bisogna terminare, più che decidere bisogna comprendere, prima di rinascere bisogna morire.
Non possiamo sognare le farfalle senza mettere in conto la morte dei bruchi.
Ma come si diventa farfalle?
Con la fatica della trasformazione, con dolore necessario a forgiare le ali.
Con il coraggio di lasciar morire quella versione di noi che tanto ci è confortevole.
La cosa più difficile per le persone che mi contattano è rispondere a domande tipo "cosa posso fare per te" o "in cosa posso aiutarti".
E spesso non è difficile perché non lo sanno ma perché dirlo lo rende reale e soprattutto perché alla base esiste già la paura di non poterlo fare.
Ecco, quella paura origina da chi non abbiamo il coraggio di essere, perché quei desideri più intimi e profondi riguardano proprio la persona che non riusciamo a diventare: una persona che abita già dentro di noi, ovvero quella luce interiore rinnegata che ci rende unici e speciali.
Come mai è così difficile far nascere quella che erroneamente viene chiamata la versione migliore di noi stessi? E dico così perché chi siamo davvero non è la miglioria a cui tendere, diventando altro, ma è la riscoperta nella nostra vera natura a cui tornare, proprio per smettere di andare contro la nostra vera natura...
Quindi più che tendere ad una versione migliore direi di tendere ad una versione dimenticata per poi scoprire che è una versione preferita.
Facciamo un passo indietro...
Spesso i buoni propositi, quelli dell'estate, di capodanno, di settembre, del lunedì... sono difficili o abbandonabili solo per la fatica di uscire dalla famosa zona comfort che noi traduciamo in nuove azioni e vecchie azioni.
Uno strato più sotto si tratta però di un Io ideale che si muove a discapito di un Sé reale.
Non ha senso iniziare un nuovo progetto quando ce ne sono altri 4 già aperti (nella migliore delle ipotesi...).
Non è funzionale l'approccio drastico "o tutto o niente" che porta con sé la minaccia e la frustrazione del fallimento.
Non importa molto comprare nuovi vestiti per cambiare look se prima non si fa posto nell'armadio.
Per questo dico che a volte più che iniziare bisogna terminare, più che decidere bisogna comprendere, prima di rinascere bisogna morire.
In questi 51 anni di vita, se dovessi dire qual è quell'unica cosa che ho imparato e che ha fatto la differenza, direi che ho imparato tantissimo dalle cose che ripetono se stesse:
le esperienze, gli errori ma anche gli anni fotocopia, sempre uguali soprattutto nell'entusiasmo degli inizi e nella delusione della fine.
E questa ripetizione è funzionale, certo, perché è così che impariamo, ma la domanda è: cosa insegnano le cose che impariamo?
Nel mio caso ho compreso che qualunque cosa vuoi non è tanto importante cosa devi fare ma chi devi avere il coraggio di essere per fare ciò che vuoi.
Nella maggior parte dei casi questo si traduce nella morte di quell'Io Ideale che hai imparato a impersonare a discapito di chi sei davvero, nel profondo, dove tutto è così buio e sepolto che quando lo cerchi o lo intravedi ti fanno male gli occhi.
Per come l'ho capita, è solo abbracciando la nostra vera identità che possiamo focalizzare le energie sui nuovi inizi, altrimenti passano i mesi e gli anni e restiamo focalizzati sullo sforzo necessario ad abbellire la nostra personalità che ogni giorno lotta e affronta la vita recitando alla perfezione quel ruolo tanto piacente e tanto sicuro, il ruolo di qualcuno che magari accontenta tutti ma lo fa tradendo la sua vera natura e per questo non riesce a brillare di luce propria e ripete se stessə all'infinito finché non muore, non si inginocchia, non dice basta.
Se trovi anche solo un senso in queste parole e ti piacerebbe comprendere come la scrittura introspettiva possa aiutarti a riconnetterti con chi sei davvero, nel profondo, oltre tutti i ruoli, le maschere, gli automatismi disfunzionali che portano ad iniziare tutti gli anni con mille buoni propositi e a vivere l'estate collezionando sogni guardando il mare; sogni che poi perdono forza a fine vacanza, a fine mese, a fine giornata, allora... inizia a lavorare su di te con un lavoro che in primis toglie, invece di aggiungere ad una coppa già piena.
Togliere cosa?
Togliere tutti i dover essere e fare, togliere tutti gli automatismi, le reazioni da ferita e da dolore. Ma la verità è che non possiamo togliere nulla se prima non lo abbiamo visto, compreso, accettato ed integrato.
Le nostre ombre, i nostri limiti, le nostre paure, i nostri bisogni, non sono il nemico, sono il punto di luce più evolutivo che possiamo guardare.
E se vuoi sapere come faccio io ad andare alla radice, ad incontrare l'essenza di sé, allora scrivimi un messaggio.
Rispondo sempre, prima per educazione e poi per piacere.
Prima per "dovere professionale" e poi per competenza.
Il 2025 è un anno "9", un anno dispari, un anno di trasformazione e di connessione.
E la connessione più importante è quella con noi stessi, è da lì che tutto si può trasformare, da dentro a fuori.
La scrittura fa miracoli e riesce ad aprire porte che non sapevamo di avere, prima ancora di sapere che erano chiuse.
Qui trovi qualche articolo sul lavoro introspettivo che la scrittura offre:
Come usare la scrittura per migliorare se stessi: la tua GUIDA on line
Come lavorare su se stessi con la scrittura
Il potere spirituale del silenzio e della scrittura
Percorsi di scrittura: come conoscere se stessi
La scrittura è potente - Storie dall'anima...
Ma torniamo al lavoro sull'amore di sé.
Ecco per te un VADEMECUM sull’arte di amarsi senza condizioni.
Un percorso in 10 punti per tornare interi.
1. Come direbbe Jung... “Chi guarda fuori sogna. Chi guarda dentro si sveglia.”
Cercarti negli sguardi degli altri non ti dirà chi sei, non ti darà ciò che vuoi: è difficile trovare approvazione esterna quando gli occhi più severi sono sempre i nostri.
L’amore per sé comincia nel silenzio interiore e nello spazio capace di restituire diritto di esistenza a tutte le parti di noi che hanno fatto l'esperienza del vuoto, del disamore, del rifiuto, del dolore.
2. Accogli l’ombra, non combatterla. Continuando a parafrasare Jung, direi che diventiamo interi solo integrando le parti oscure di noi, accettando la nostra interezza.
Non si tratta di disfarci delle cose scomode, né di cambiare quelle che non ci piacciono: sarebbe una lista infinita (Chi è diventato Michael Jackson dando da mangiare alla non accettazione di sé?)
Non si tratta di sopprimere la voce della paura, del disagio. Si tratta di aprire una finestra di ascolto di sé. C’è verità nel disagio, nei bisogni, nelle paure, nella vergogna...
3. Smetti di correggerti per piacere agli altri perché la verità è che siamo proprio noi a non piacerci. Chi ci ama davvero, ci amerà anche mentre siamo in trasformazione. Chi non ci ama incondizionatamente ma ci ama “solo se” e “solo quando”, allora non ci ama davvero.
E questo è tutto. Crudo? Direi reale!
4. Distingui chi sei da chi ti hanno insegnato a essere. Riconosci le dinamiche disfunzionali e i copioni familiari che segnano le tue azioni.
Non sei le cose che ti sono successe, né le aspettative che ti hanno cucito addosso o il senso dell'amore e del dolore che hai appreso dalle tue esperienze passate. Sei quello che ne hai fatto di tutto ciò che è accaduto.
Ritrovare la propria verità personale significa contattare la luce alla radice dell'ombra.
5. Onora la tua ciclicità
Cambiare, evolvere è alla base del principio umano. Noi siamo mutevoli. Diventiamo altro ogni mattina perché la coscienza può essere alzata o cambiata ma non può tornare indietro e, anzi, tende alla comprensione, alla visione d'insieme che con le esperienze aumenta la stessa comprensione di quel senso di sé che ci rende in continuo mutamento.
6. Coltiva l’autocompassione
Amarsi non è solo stimarsi quando siamo al top, ma avere gentilezza per sé nei momenti fragili. Scriviti una lettera nei giorni difficili. Resta. Non abbandonarti mai. Credi in te prima che nei tuoi sogni perché perdersi o fare cose non giuste per noi, per paura di non ricevere amore, ci fa tendere all'involuzione.
7. Fermati. Respira. Riconnettiti.
L’amor proprio è prendersi cura di sé nel quotidiano, nelle piccole cose, ma anche il risultato della comprensione di noi, di tutte le parti di noi, che restano attaccate ai meccanismi difensivi solo per paura di morire. Fermarsi e prendersi la responsabilità di tornare interi è un diritto e un dovere.
Nutriti, riposa, proteggiti. La cura non è un premio, è una base di tutto.
8. Amare sé stessi non è egoismo, è responsabilità.
Più sei in grado di comprendere cosa ti manca, cosa desideri, quali sono i tuoi bisogni intimi, più ti ami e ti accetti. Meno hai bisogno di prendere dagli altri ciò che puoi darti da sola e meno i meccanismi di dipendenza ti bloccheranno del dolore.
9. Sii il tuo porto sicuro.
So bene che è molto più semplice credere alla favola del "io ti salverò", ma ciascuno di noi si salva da solo, così come si sabota da solo, come si racconta le proprie storie, le proprie verità... e tutto è basato sul senso di sé e sulle esperienze passate.
10. Non diventare migliore. Diventa verə.
L’amor proprio non è un progetto di continuo miglioramento, perché l'energia che ci spinge a migliorare potrebbe non venire dall'amore ma dalla non accettazione di sé.
Amarsi è un processo di ritorno a casa, a chi sei davvero.
L’amore per sé è un atto di verità che devi a te stessə.
Conclusione
L’amor proprio non è una meta, ma un percorso che si compie ogni giorno, scegliendo di restare con sé stessi — anche quando è scomodo, anche quando fa male.
L'amore autentico nasce quando la luce e l'ombra vengono riconosciute.
L'amore di sé si traduce in quel movimento di coscienza che ci avvicina ad ascoltare la nostra anima, il nostro sé incarnato, che ci parla nonostante il nostro essere sordi.
Ognuno di noi ha una voce interiore che chiama e chiama, per raccontarci quella verità che abbiamo dimenticato.
La compassione è l'unico ponte capace di connettere l'ombra e la luce, ed è quell'abbraccio che ci teniamo stretto mentre impariamo a morire per rinascere.
Amarsi non è un mantra o una frase da ripetere allo specchio se poi le parti ferite di noi non credono a quelle parole. Non è solo un rituale da domenica pomeriggio, se tutti gli altri giorni della settimana ci abbandoniamo.
Amarsi è un viaggio, a ritroso, per imparare cosa significa accettare tutto ciò che è stato negato, per imparare che quello che crediamo vero di noi, potrebbe essere solo quello che ci hanno fatto credere essere vero.
Non si tratta di essere perfettə, si tratta di tornare ad essere interə, di tornare alla propria essenza, di essere fierə della nostra autenticità.
Riscoprire la propria essenza più profonda, quella di nascita, è un viaggio all’indietro, strato dopo strato, resistenza dopo resistenza, credenza dopo credenza, dolore dopo dolore, fino a tornare al sé incarnato: la parte più sacra di noi.
L'anima conosce già la strada ma aspetta, con pazienza, che le nostre orecchie siano stanche abbastanza di bugie.
Quel posto dentro di te, nella parte più profonda di te, dove è celata la tua vera natura, la tua essenza, è uno spazio a cui si accede con l'apertura di cuore.
Se vuoi incamminarti nei viali sommersi di te, se senti che sia il momento di incontrare la tua ombra e la tua luce, se questo viaggio vale più di qualsiasi destinazione last minute... se vuoi comprendere cosa significa amarsi e accettarsi, allora contattami.
Attraverso il percorso "Che seme sei" posso mostrarti la strada per tornare a casa.
Un cammino pieno di senso e significato verso la tua essenza più autentica, quella che hai celato al mondo. Perché quella parte è sempre lì che attende di essere vista, ascoltata, amata e riconosciuta.
Buona estate.
♥
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Loretta Sebastianelli
Mentore e Writer Coach
Autrice di 18 libri, tra cui Lo scrittore Mago e la Scrittura Introspettiva.
Mi occupo da più di dieci anni di formazione e mentoring.
Ho ideato e sperimentato decine di corsi di scrittura: creativa, motivazionale, introspettiva ed evolutiva.
Attraverso corsi di formazione e servizi di scrittura professionale aiuto scrittori, poeti e liberi professionisti a progettare e scrivere il proprio miglior libro. Aiuto inoltre, tutte le persone che vogliono utilizzare la scrittura come maggiore strumento di conoscenza per accrescere il proprio cammino evolutivo.
Pubblico regolarmente dal 2006: narrativa, poesia, manualistica e libri per bambini.