Il potere spirituale del silenzio e della scrittura
#menorumoreperfavore
SILENZIO.
RISPETTATE IL LUOGO SACRO.
Qualche giorno fa ho visitato una bellissima Abbazia e, come spesso accade, ho potuto assaporare il silenzio e l’aria, l’energia diversa che si respira in questi luoghi.
In diversi punti dell’Abbazia c’era un cartello con un invito.
Le parole usate erano proprio “Rispettate il luogo sacro”.
Se da una parte, davanti a questo invito, mi sono chiesta (tra parentesi me lo chiedo tutte le volte) a chi verrebbe in mente di fare qualcosa di diverso… dall’altra ho pensato che in fondo è l’invito più sensato che si possa fare, ricordare, alle persone: non solo a quelle che arrivano a bussare alle porte di un’Abbazia.
C’è veramente troppo rumore nel modo e nella quotidianità.
Lo penso da tanto ormai e probabilmente non sono la sola.
Stare in SILENZIO o in contemplazione, è davvero un’attività riservata solo a chi medita e a chi visita Abbazie?
Una volta ho letto che abbiamo due orecchie e una bocca per un motivo ben preciso e che ricordarcene farebbe la differenza nella nostra quotidianità ma su questo potrei scrivere un libro, altro che condividere un articolo.
Intanto inizio a lasciare qualche parola sul mio stesso diario/blog, perché… “Rispettate il luogo sacro” dovrebbe essere un invito quotidiano, dovrebbe essere una scritta esposta insieme ai cartelli stradali, come se potesse dare quelle fondamentali indicazioni per camminare nel modo “giusto”, sulla strada giusta… giusta per chi? Sicuramente per chi, come me, sente il bisogno di spegnere i toni delle troppe parole e del volume troppo alto che aleggia in questa nostra società. Poi, visto che si può urlare anche scrivendo… spero che questo articolo non lo faccia!
IL POTERE DEL SILENZIO E DELLA SCRITTURA INTROSPETTIVA
SILENZIO è spesso sinonimo di rispetto e ho voluto scriverne per ricordare a me stessa che il primo “luogo” sacro da rispettare siano noi e il mondo in cui viviamo.
Perciò mi invito, ti invito, a rispettare il luogo sacro ogni giorno.
Alle porte di questo Equinozio di primavera che sta per raggiungerci, alle porte della sacra festività di rinnovamento e rinascita che la Pasqua rappresenta, ancora una volta mi invito, ti invito, a rispettare il TUO luogo sacro e a farlo ogni giorno.
Stare in compagnia dei propri respiri, dei pensieri o dei propri silenzi, può far paura a qualcuno. Spesso le persone che temono il silenzio tendono a coprire con il frastuono delle parole o degli stimoli esterni, quello che può affiorare stando semplicemente in ascolto.
In questo articolo, a parte questa riflessione, condivido con te un piccolo approccio al processo (per me sacro) dell'introspezione.
5 PASSAGGI DA TENERE SALDI IN MENTE E... IN UNA MANO (MAGARI QUELLA DEL CUORE)
- PRENDI CARTA E PENNA: questo è un momento importante perché devi scegliere dove scrivere, quando scrivere, con cosa scrivere... io ad esempio quando mi dedico alla scrittura introspettiva e non alla scrittura di un libro, uso un diario con fogli rigorosamente bianchi e penne che scorrono facilmente per non interrompere il flusso dei miei pensieri. Prediligo la sera o la mattina e ragiono per iscritto, ovvero tiro fuori senza preoccuparmi del "cosa" sto scrivendo o di dare una forma (come quando scrivo manuali, romanzi o poesie).
Dunque scrivo e basta e lo faccio in religioso silenzio. Insomma è un momento che dedico a me stessa. In questo momento per me sacro non c'è spazio alla teoria delle storie, all'uso del computer che utilizzo solo per scrivere tutto quello che non è introspezione.
- INIZIA A SCRIVERE: qualcuno la chiama "scrittura automatica" ed è una cosa che ho studiato a lungo durante il mio percorso di Art counseling. Per me non si tratta precisamente di scrivere e basta ma penso a qualcosa di cui parlare, qualcosa su cui ragionare o molto più spesso cerco di contattare quello che da dentro ha bisogno di emergere. Ci vuole un po' di allenamento per chi non ha l'abitudine alla scrittura. Quindi, giusto per iniziare, puoi pensare di scrivere e basta... anche se molte delle persone che lavorano con me si lamentano di questo metodo dicendo che a lungo andare se il flusso non arriva, si sentono un po' sciocche a parlare, a scrivere di "niente". Io cerco di spiegare loro che contattare quello che c'è dentro non equivale mai a "niente" ma mi rendo conto che è un concetto che necessita di tempo e un processo che necessita di allenamento.
- USA LE DOMANDE: ecco, le domande sono un buon allenamento. Servono -come sempre dico- a sgranchire la penna perché spesso a domanda rispondiamo e farlo con una penna in mano risulta più efficace di un semplice "scrivere e basta". In ogni caso il concetto che voglio passarti è l'allenamento e la familiarità con la scrittura, questo è quello che devi acquisire se vuoi scrivere di te. In fondo, se ci pensi, a nessuno verrebbe mai in mente di allenarsi senza fare riscaldamento, né di fare esercizi complessi con i muscoli freddi. Ecco, la scrittura segue un po' lo stesso principio, non solo bisogna allenarsi ma occorre fare un riscaldamento. Le domande lo sono. Ti invito a provare e se non sai quali domande farti... leggi il punto che segue oppure prova a sbirciare qui.
- FOCALIZZATI SU UN CONCETTO: prima di iniziare a scrivere, davanti alla pagina bianca e con la penna in mano, prova a focalizzare un argomento, un punto della tua vita, della tua quotidianità, delle tue emozioni, dei tuoi obiettivi, del tuo vissuto, dei tuoi desideri, delle tue frustrazioni, delle tue problematiche relazionali -se ce ne sono-
Insomma, per iniziare prova a contattare un argomento che ti brucia o un disagio che senti e che vuoi tirare fuori. Faccio un esempio molto semplice. Nel nostro quotidiano ci sono domande alle quali rispondiamo con degli automatismi. Pensa a domande tipo "come stai?" o "tutto a posto?". Ma anche domande tipo "che dici?", "come te la passi?" etc... Sono domande importanti ma non sempre c'è il tempo, la voglia o l'onestà di esplorarle pienamente.
Al corso di scrittura introspettiva la prima domanda riguarda la persona. A domande tipo "chi sei" ho notato che si tende a rispondere in modo automatico con il nome, la professione, lo stato civile etc. E questi sono appunto degli automatismi, spesso necessari ad eludere la fatica dell'introspezione.
- CHIEDITI COME TI SENTI E COSA HAI COMPRESO: Alla fine di tutto questo processo -per alcuni faticoso- è importante tirare le somme. Voglio dire che quando inizi a scrivere, di solito hai un certo stato d'animo e quando finisci -si spera- ne hai un altro. Non vuol dire che uno sia necessariamente migliore o peggiore dell'altro. Scrivere potrebbe aver tirato fuori emozioni, frustrazioni, sentimenti che spingevano per esplodere. Oppure -e la maggior parte delle volte è così- scrivere potrebbe aver avuto un effetto calmante e chiarificatore.
In ogni caso chiedersi "come mi sento?" o "cosa ho compreso?" può fornire davvero un valore aggiunto al lavoro introspettivo.
Aggiungo un'altra cosa. Sapere perché si sta facendo un lavoro di questo tipo può fare la differenza.
Che tu voglia imparare a tirare fuori, a guardare in faccia il tuo mondo sommerso, a comprendere i tuoi "sequestri emotivi", piuttosto che i tuoi automatismi, come anche le cancellazioni che usi... scrivere ti può aiutare.
Se prima di iniziare chiarisci, ti chiarisci, perché lo fai, cosa stai cercando, cosa vuoi ottenere etc... ti garantisco che i risultati ti sorprenderanno.
Mi occupo di INTROSPEZIONE e di SCRITTURA da tutta la vita. Sono pronta a giurare che sia il processo più impattante e il modo più ricco di vivere che io abbia mai sperimentato e non solo conosciuto.
Il processo va chiamato con il suo nome, e fa parte dei processi spirituali.
"Conosci te stesso e conoscerai l'universo intero e gli Dei".
Per me "spiritualità" significa prima di tutto conoscersi, ascoltarsi, comprendere (non capire) e trasformare se stessi e la conoscenza è un punto di inizio fondamentale per risvegliare la coscienza. Questo è un lavoro che faccio su di me ogni giorno e di conseguenza è quello che propongo nei miei percorsi: scavare per trovare le proprie verità e per ricontattare quella parte autentica -originaria- a volte dimenticata o più spesso lasciata indietro.
Far emergere il proprio mondo sommerso è il vero TESORO da scoprire.
Scavare, ascoltare, conoscere, fare introspezione, comprendere, non sono cose da poco, né attività (diciamo così) per tutt*. Ma se sei tra le persone che davanti a questa possibilità si accendono, beh… contattami o mandami un messaggio.
Lo scopo di tutti i miei percorsi, compreso quello che riguarda la scrittura di un libro, è quello di aiutare le persone a conoscere se stesse e il proprio mondo sommerso perché ritengo che ogni evoluzione parta da lì.
Da dieci anni, infatti, aiuto tutte quelle persone che attraverso il lavoro introspettivo che la scrittura offre, vogliono riscoprire se stesse, ragionare per iscritto sulla propria vita e intraprendere un percorso evolutivo attraverso la conoscenza di sé.
Se leggere questo articolo e questa storia ti ha toccato almeno una volta, allora... ti aspetto.
Buon cammino e Buona Rinascita.
Oracolo di Delfi
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Loretta Sebastianelli
Mentore e Writer Coach
Autrice di 18 libri, tra cui Lo scrittore Mago e la Scrittura Introspettiva.
Mi occupo da più di dieci anni di formazione e mentoring.
Ho ideato e sperimentato decine di corsi di scrittura: creativa, motivazionale, introspettiva ed evolutiva.
Attraverso corsi di formazione e servizi di scrittura professionale aiuto scrittori, poeti e liberi professionisti a progettare e scrivere il proprio miglior libro. Aiuto inoltre, tutte le persone che vogliono utilizzare la scrittura come maggiore strumento di conoscenza per accrescere il proprio cammino evolutivo.
Pubblico regolarmente dal 2006: narrativa, poesia, manualistica e libri per bambini.